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Un nuovo report diffuso da UPS mette in luce il comportamento tipico di chi fa acquisti in Rete
Negli Stati Uniti, UPS (azienda leader nel settore dei servizi di logistica e spedizioni) ha rilasciato ad inizio giugno il quarto “UPS Pulse of the Online Shopper“, relativo alle abitudini dei consumatori americani da quando effettuano le ricerca di un prodotto prima dell’acquisto fino a come gestiscono il momento post vendita. Il campione di analisi è composto da più di 5000 online shoppers, che sono stati intervistati nei primi mesi del 2015 in USA.
Dall’indagine condotta sono emersi dati interessati e nuovi rispetto agli anni precedenti. Nello specifico, è emerso un primo risultato curioso: molti consumatori tendono a preferire i piccoli negozi per supportare le comunità locali e perchè offrono prodotti unici, che non sono rinvenibili nei negozi della grande distribuzione. Per quanto concerne gli acquisti online di beni al di fuori degli Stati Uniti, quasi la metà del campione ha dichiarato di ordinare prodotti per esempio dall’Europa perchè non è in grado di trovarli nei rivenditori US.
Analizzando il fenomeno del Social Media Marketing, il 43% delle persone intervistate si è detta influenzata dai Social Networks, con Facebook che risulta la piattaforma più influente, seguita da Pinterest (particolarmente importante negli USA). Inoltre, un’abitudine tipica è quella di effettuare ricerche da dispositivo mobile in merito al prodotto da acquistare sia prima di recarsi in un negozio e sia durante lo shopping, in modo da integrare le informazioni fornite dal personale addetto alle vendite.
Per quanto riguarda gli acquisti effettuati online tramite smartphone, la percentuale che utilizza il device per la spesa è ancora contenuta, ovvero pari al 30%. Il dato interessante, comunque, è che vi è una certa tendenza da parte dei consumatori a “tornare” virtualmente nello stesso negozio a comprare dove hanno realizzato una spesa online soddisfacente. Nello specifico, il 61% degli intevistati dichiara di ritornare nello store, incrementando addirittura il valore degli acquisti (il 70% del campione tende a comportarsi in questo modo).