In un panorama digitale in rapida evoluzione, in cui si prevede che gli investimenti globali in intelligenza artificiale raggiungeranno oltre […]
La storia di Lati è basata sulla sostenibilità già dal suo inizio: lo racconta Michela Conterno.
Michela Conterno è dal 2016 CEO di Lati SpA, l’azienda di famiglia fondata nel 1946 da suo nonno. A partire dalla fine degli anni ’80 l’azienda affronta un cambiamento strategico: la decisione di investire per lo sviluppo di prodotti speciali e ad alte prestazioni.
Quale sarà la sfida principale nel vostro settore per il 2021?
Il nostro settore è B2B: facciamo materiali per i componenti di beni che si trovano ovunque intorno a noi, come la componentistica degli interruttori per fare un esempio. I nostri materiali sono nei componenti nascosti che garantiscono la sicurezza delle nostre case. Siamo tra i più importanti produttori europei di termoplastici tecnici per uso ingegneristico.
La nostra caratteristica principale è l’alto valore del know-how perché da 75 anni siamo un’azienda fedele all’oggetto sociale: trasformare la plastica nel suo contrario. Quest’anno continueremo la diversificazione che è stata la chiave del 2020.
Abbiamo avuto, come molte imprese nel corso del 2020 una contrazione di fatturato, ma questa è stata limitata grazie alla diversificazione di settori e clienti e vorremmo continuare in questa per questa strada.
Quali i mezzi per vincerla?
Grazie all’innovazione di prodotto anche nella coltivazione delle nicchie, per esempio nel settore medicale e alimentare. Noi non produciamo usa e getta ma prodotti durevoli e anticiclici.
Serve investire in ricerca, nell’innovazione di prodotto e continuare a puntare sulla customizzazione.
Quali processi di business e quali funzioni organizzative sono più sotto pressione per la trasformazione in atto?
La digitalizzazione per noi ha significato diventare una vera azienda 4.0 non solo per l’automazione. Per una fabbrica come lo siamo noi, significa efficienza e competitività su tutti i processi. Nel corso dello scorso anno poi lo smart working da un’implementazione volontaristica è diventata parte dell’accordo sindacale: le tematiche organizzative per noi sono state sempre al centro di una sfida come stimolo dei processi di business, cosa che ha permesso la formalizzazione di un modello che già ci piaceva. Ora dovremo rendere competitivi i nostri uffici. Ma siamo abituati al cambiamento. Il passaggio generazionale da noi ha lasciato spazio la leadership diffusa con alla base fiducia e delega.
Qual è (ovvio al di là dei dati economici) il segnale che decreterà la ripresa?
Nel nostro settore industriale B2B e ancor più nel manufatturiero dopo l’estate abbiamo osservato una grande ripresa in andamento e velocità. Se non ancora nei valori nei volumi delle richieste. Il segnale di ripresa potrebbe essere una spinta dall’estero dove le situazioni si stanno normalizzando.
Cosa sarà the next big thing nel 2021?
La sostenibilità. Per noi che lavoriamo nella plastica – da sempre demonizzata – è importantissima. Per esempio tra i nostri fornitori abbiamo un’azienda della filiera che recupera le reti di pesca che inquinerebbero mari e oceani ma da cui si possono produrre polimeri vergini. Questa è una grande opportunità: fare la differenza. Lati nasce nel 1945 con un progetto di mio nonno che faceva la cernita e il riciclo di residuati bellici, con un alto impiego femminile. Abbiamo la fortuna che facciamo quello che sappiamo già fare, che i clienti ci richiedono: avere una percentuale utile di materiali riciclati.
Quali sono le sfide che si apprestano ad affrontare i manager del nostro settore nel 2021?
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